Festa di fine Ramadan: alcuni cittadini hanno più diritti di altri!

In Consiglio regionale abbiamo presentato un’interpellanza per chiedere come sia stato possibile, dato che la Valle d’Aosta durante detto periodo era classificata in zona arancione, che durante la “Festa di fine Ramadam” si sia proceduto alla somministrazione di alimenti e bevande all’interno di una struttura chiusa, visto e considerato che tali somministrazioni non risultavano consentite nei Pubblici Esercizi esistenti sul territorio.

Il Capogruppo, Andrea Manfrin, ha sottolineato: «Sono stupito dall’atteggiamento del Presidente della Regione che, il 25 marzo scorso, aveva affermato che tutti i focolai sono stati creati in ambito familiare o in momenti di convivialità, arrivando ad accusare una partita di bocce di essere stata volano del contagio. Ad inizio maggio ha espresso criticità, insieme col Sindaco di Aosta, sulla manifestazione non autorizzata che si è tenuta in piazza Chanoux. Ma nessun grido di allarme è stato lanciato per questa festa di fine “Ramadan” al chiuso, cui peraltro ha partecipato lo stesso sindaco del capoluogo. La violazione dell’ordinanza, integrata dalla consumazione di cibo e bevande, è netta ed in palese contrasto con le limitazioni imposte a bar, ristoranti e manifestazioni locali.»

Dopo la risposta contraddittoria del Presidente della Regione, il Consigliere Raffaella Foudraz ha replicato: «Voglio evidenziare che la questione che ho portato in aula non deve essere vista nella maniera più assoluta come una questione che prende di mira alcune persone piuttosto che altre.

Quello che vorrei evidenziare è questo:

l’integrazione di qualsiasi individuo, appartenente ad una qualsiasi razza, un qualsiasi ceto sociale, professante una qualsiasi libertà religiosa, piuttosto che proveniente da un qualsiasi paese del mondo deve assolutamente passare dal rispetto delle regole. Questa sì che è la prima vera integrazione. 

Non devono esserci cittadini classificati di serie A e cittadini di serie B.

Perché dico questo? Perché purtroppo abbiamo assistito ad immagini andate in onda da una televisione di Stato, stesso Stato che impone a tutti i cittadini l’osservanza di regole e restrizioni ai fini del contenimento del contagio da Covid-19.

Vorrei ricordare che il 13 maggio la nostra regione era classificata in zona arancione, colore della regione che non consentiva tutta una serie di attività.

Non era consentito sostare all’interno di un pubblico esercizio, bar o ristorante che fosse, se non per ordinare del bere piuttosto che del mangiare, per poi procedere alla consumazione di quanto richiesto all’aria aperta evitando la sosta davanti al locale.

Non era consentito organizzare il classico pranzo domenicale di famiglia con la presenza di più persone contemporaneamente sedute nelle proprie abitazioni private piuttosto che una grigliata in compagnia di amici, questo sempre per limitare i possibili aumenti di contagi da Sars-Cov-2.

Non è stato nemmeno possibile, per coloro che hanno avuto in questo periodo, cerimonie religiose tipo Prime Comunioni piuttosto che Cresime, festeggiare insieme ai parenti o amici invitati alla cerimonia come si era soliti fare prima di marzo 2020 sempre per limitare i possibili aumenti dei contagi da Sars-Cov-2.

Non è stato nemmeno possibile veder nascere ed assistere a manifestazioni che rientrano nei nostri usi e costumi come le Batailles des Reines piuttosto che la rassegna dei Modzon o il combattimento delle capre, perché queste manifestazioni, seppur svolte all’aria aperta, avrebbero dovuto attuare ed attenersi a tutta una serie di protocolli sanitari, protocolli sia per coloro che portavano il bestiame alla rassegna sia per il pubblico presente, tutto questo sempre per limitare i possibili aumenti di contagi da Covid-19 e conseguentemente il dilagare della pandemia. 

E poi…. Ecco che magicamente ci sono manifestazioni che si possono fare, al chiuso, alla presenza di numerose persone (e sicuramente non tutte conviventi tra loro), individui senza mascherina o con mascherina messa a mo’ di sciarpa con tanto di somministrazione di alimenti e bevande consumate all’interno di una struttura e alla presenza di alcune autorità comunali.

Non è questo che coloro che rispettano le regole vogliono vedere.

Persone che non lavorano da 1 anno e mezzo perché hanno le attività chiuse nel rispetto delle regole imposte a livello statale e regionale;

Famiglie dove magari entrambi i coniugi hanno investito in attività che per mesi non hanno potuto lavorare perché giustamente si sono adattati alle regole in vigore.

Attività ferme, manifestazioni rimandate a data da destinarsi o non organizzate del tutto nemmeno per quest’anno, bar e ristoranti aperti a singhiozzo con enormi limitazioni, enormi spese sostenute l’anno prima per adeguarsi a tutta una serie di protocolli sanitari (plexiglass, gel, areazione di un certo tipo), spese delle quali i gestori il più delle volte non sono ad oggi ancora riusciti ad ammortizzare, per non parlare di tutti gli altri settori interessati ad aperture a singhiozzi che non ho citato (per farne un esempio ne cito solo alcuni quali negozi di abbigliamento, di scarpe, i parrucchieri, gli estetisti, ecc, ecc.).

Vorrei infine solo ricordare ai politici che hanno partecipato a questa manifestazione, con l’intento di dimostrare l’integrazione di una comunità, che l’integrazione passa dal rispetto delle regole, proprio per non creare diversità tra le persone

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