Cura dell’endometriosi: approvata la nostra mozione!

In Consiglio regionale è stata approvata all’unanimità la nostra mozione che impegna la Giunta regionale a valutare l’inserimento nei livelli essenziali di assistenza (LEA) aggiuntivi regionali dell’esenzione dal pagamento delle terapie farmacologiche necessarie alle pazienti affette da endometriosi negli stadi clinici di I e II grado.

Qui di seguito il discorso in aula del Capogruppo Andrea Manfrin.

«L’endometriosi è una patologia che colpisce l’endometrio, cioè la mucosa che normalmente riveste esclusivamente la cavità uterina. Nelle donne che soffrono di tale patologia si ha la presenza di endometrio all’esterno dell’utero perché questa mucosa esce dalle tube e può finire negli altri organi pelvici, come la vescica o l’intestino. In alcuni casi piuttosto gravi sono state rilevate tracce di endometrio nel fegato, nel diaframma, nella pleura e nel polmone.

Tale patologia è una malattia altamente invalidante. Le donne che ne soffrono riferiscono dolore mestruale persistente e cronico, con un aggravamento durante il periodo del ciclo. Il dolore viene percepito anche durante i rapporti sessuali e, nei casi di endometriosi profonda infiltrante, anche durante la defecazione. 

In Italia sono affette da endometriosi il 10-15% delle donne in età riproduttiva; la patologia interessa circa il 30-50% delle donne infertili o che hanno difficoltà a concepire. Le donne con diagnosi conclamata sono almeno 3 milioni.

Il picco si verifica tra i 25 e i 35 anni, ma la patologia può comparire anche in fasce d’età più basse. La diagnosi arriva spesso dopo un percorso lungo e dispendioso, il più delle volte vissuto con gravi ripercussioni psicologiche per la donna che spesso non viene creduta nel momento in cui riferisce dolori mestruali costanti. 

L’endometriosi è causa anche di sub-fertilità o infertilità (30-40% dei casi) e l’impatto della malattia è alto ed è connesso alla riduzione della qualità della vita e ai costi diretti e indiretti. Una limitata consapevolezza della patologia è causa del grave ritardo diagnostico, valutato intorno ai sette anni. Una pronta diagnosi e un trattamento tempestivo possono migliorare la qualità di vita e prevenire l’infertilità.

L’endometriosi è inserita nell’elenco delle patologie croniche e invalidanti, solamente negli stadi clinici più avanzati (“moderato o III grado” e “grave o IV grado”) riconoscendo a queste pazienti il diritto ad usufruire in esenzione di alcune prestazioni specialistiche di controllo.

Ma anche le donne affette da tale patologia, che rientrano nei primi due stadi clinici che includono lesioni sottili e di piccole dimensioni ma comunque fortemente dolorose, devono spesso affrontare spese non indifferenti. Tra i trattamenti proposti per l’endometriosi abbiamo infatti l’uso dell’estroprogestinico o del solo progestinico, che sono capaci di migliorare il quadro sintomatologico in quanto abolisce la stimolazione ormonale e la crescita degli impianti endometriosici. Tali farmaci di ultima generazione, che devono essere assunti a ciclo continuo, sono però altamente onerosi per le pazienti che sono affette da tale patologie e vengono assunti anche da pazienti che si trovano negli stadi clinici considerati non severi. Visanne, ad esempio, uno degli ultimi progestinici in commercio, deve essere assunto a ciclo continuo dalle pazienti. Ogni scatola costa 39 euro a cui si aggiungono i costi delle visite ginecologiche frequenti e degli esami del sangue per verificare l’andamento della malattia.

Per questo motivo oggi siamo qui in quest’aula a chiedere alla Giunta regionale di valutare l’inserimento nei Lea aggiuntivi regionali dell’esenzione dal pagamento delle terapie farmacologiche necessarie a fermare la crescita degli impianti endometriosici nelle pazienti affette da endometriosi negli stadi clinici di I e II grado»

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