No al Nutriscore europeo! Tuteliamo i nostri prodotti!

Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la nostra mozione che impegna il Governo regionale a esprimere la propria contrarietà nei confronti del sistema Nutriscore e a favorire, nei limiti delle proprie competenze, l’adozione di sistemi alternativi e più rispettosi della salute del cittadino e della vera tutela dell’agroalimentare italiano e valdostano.

Il testo sollecita anche a sostenere ogni iniziativa, promossa nell’ambito di ogni sede istituzionale utile, finalizzata alla definizione di interventi volti a contrastare l’applicazione di tale sistema e a incentivare l’applicazione di sistemi più rispettosi di una corretta informazione ai cittadini sugli aspetti nutrizionali degli alimenti e a chiedere ai rappresentanti valdostani in seno al Parlamento italiano di continuare a sostenere ogni iniziativa utile in tal senso.

Il Capogruppo Andrea Manfrin ha spiegato: «Nell’ambito della “Farm to Fork Strategy” la Commissione europea ha proposto un sistema di etichettatura nutrizionale obbligatorio armonizzato a livello comunitario, che dovrebbe essere adottato entro la fine del 2022.

La classificazione Nutriscore, che dovrebbe condurre a un sistema alimentare più sano e sostenibile, prevede l’attribuzione di “semafori” di vari colori ad ogni alimento in base al livello di zuccheri, grassi e sale.

Con questo sistema verrebbero penalizzati, tra gli altri, i formaggi Dop e Igp italiani tra cui è compresa anche la Fontina che verrebbe classificata con una “E” rossa, quindi incasellata nei prodotti nocivi. Tutte le eccellenze alimentari valdostane e italiane come il prosciutto o i formaggi otterrebbero un’etichettatura dalla “D” in giù, disincentivandone così il consumo, condizionato da informazioni limitate e fuorvianti e con buona pace per la dieta mediterranea che ha in questi alimenti un ingrediente fondante.

Ci si ritrova ad avere a che fare con un’entità lontana che non tiene conto delle piccole realtà e dei prodotti territoriali, ma è maggiormente interessata a favorire le grandi lobby dei prodotti. Con il “no” al Nutriscore, ha aggiunto, non tuteliamo soltanto i prodotti valdostani ma diciamo anche un gigantesco “no” al cosiddetto cibo spazzatura.»

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