Sviluppo Economico

Le modalità di azione e interlocuzione con gli attori privati da parte della Regione dovrà necessariamente cambiare rispetto al passato al fine di limitare sempre più gli effetti negativi della burocrazia e delle lungaggini procedurali, veri e propri costi irrecuperabili sulle spalle delle imprese e dei lavoratori. In tal senso intendiamo definire una nuova e innovativa fase della politica di sviluppo economico della Valle d’Aosta.

Attività Produttive

Le micro e piccole/medie imprese rappresentano la spina dorsale del sistema produttivo regionale. La tipicità delle nostre attività produttive, la loro dimensione e la difficile
propensione al commercio esterno rendono le nostre imprese deboli in questa fase del ciclo economico che ancora non riesce a riprendersi da uno stallo depressivo che perdura
dalla crisi del 2008, oggi amplificato dagli effetti dovuti alle misure di lockdown adottate dagli Stati per contenere l’espansione dell’epidemia da Covid-19.

In special modo la concorrenza esterna incide in maniera significativa sulla capacità delle nostre imprese di svilupparsi e di far fronte al divario tecnologico spesso accentuato dalla nostra particolare conformazione geografica ovvero anche dalla necessità di ingenti investimenti che non sono più sopportati dall’investimento pubblico regionale di un
tempo.

Riteniamo necessario dar corso ad una serie di misure che possano da un lato far fronte alle necessità di contingenza e dall’altro favorire lo sviluppo ed il mantenimento di un livello produttivo ed occupazionale congeniale alla nostra realtà. Per questo motivo la strategia di supporto allo sviluppo industriale e produttivo da attuarsi dovrà concentrarsi sui seguenti ambiti:

  • una riforma del modello di sostegno agli investimenti delle imprese che oggi verte principalmente sulla legge regionale 8/2016, definendo una nuova politica di promozione e insediamento votata alla semplificazione dei processi autorizzativi e di sostegno nel medio e lungo periodo, con particolare riferimento alle fasi di
    avvio dell’attività imprenditoriale, nonché di supporto ai processi di ristrutturazione e riconversione aziendale ovvero anche di riqualificazione in termini di sostenibilità ambientale dei siti industriali e delle relative produzioni già operanti in Valle d’Aosta;
  • approvazione entro 3 mesi della proposta di legge denominata Disciplina delle modalità di finanziamento e di concessione di opere pubbliche per lo
    sviluppo del sistema infrastrutturale valdostano attraverso il coinvolgimento di soggetti privati finalizzata a potenziare il coinvolgimento
    dell’attore privato nella realizzazione e gestione di investimenti strategici per lo sviluppo del sistema Valle d’Aosta;
  • la riforma strutturale del sistema di incentivazione all’avvio di attività imprenditoriali e professionali anche attraverso la creazione di un fondo di venture capital governato dalla Finaosta S.p.A. che permetta all’Ente Regione di supportare lo sviluppo di nuove realtà imprenditoriali votate alla ricerca ed allo
    sviluppo, anche con l’utilizzo di fondi europei e misure di defiscalizzazione e/o abbattimento del costo del lavoro. Il ruolo svolto dalla Finanziaria regionale non
    dovrà soltanto essere quello di mero azionista di controllo, bensì di tutor e supporto nello sviluppo aziendale della start-up, di concerto ed in sinergia con le altre strutture regionali a ciò deputate;
  • definizione di un sistema di incentivi e supporto consulenziale per favorire l’aggregazione delle realtà imprenditoriali più piccole (operanti ad esempio nel
    settore agro-alimentare), sia in termini di vere e proprie aggregazioni giuridiche (processi di fusione, consorzi, etc.) che funzionali allo sviluppo di reti di impresa
    stabili che possano permettere alle singole realtà (insieme) di crescere sul mercato esterno ovvero accedere a fondi europei funzionali al sostegno di queste iniziative;
  • lo stimolo alla concentrazione insediativa di imprese e centri di ricerca nei parchi tecnologici regionali e la promozione della realizzazione di infrastrutture di ricerca particolarmente legate alla realtà del nostro territorio quali ad esempio la sicurezza in ambito idrogeologico, la medicina di montagna, gli sport invernali,
    marketing turistico, etc.;
  • l’attualizzazione dei fabbisogni occupazionali del settore produttivo regionale (in collaborazione con le associazioni di categoria, gli organi sindacali dei datori di lavoro e le parti sociali) finalizzata al miglioramento dell’incontro domanda/offerta di lavoro e all’attivazione di nuovi percorsi di formazione e specializzazione;
  • il rilancio delle forme di sinergia tra i settori dell’agricoltura, dell’artigianato e del turismo anche attraverso la collaborazione con il costituendo ente unico di promozione al fine di valorizzare e promuovere efficacemente l’offerta regionale nel suo complesso.

Con riferimento specifico all’utilizzo delle leve fiscali si rimanda a quanto già descritto nella relativa sezione del documento.

 

Commercio

L’evoluzione delle abitudini e preferenze dei consumatori, nonché la trasformazione del commercio in generale e lo spopolamento dei centri storici ha determinato una crisi del piccolo e storico commercio senza precedenti. Il grido di allarme degli operatori e delle relative organizzazioni di categoria deve essere ascoltato e necessita di interventi quanto mai rapidi e certi.

In tale ottica crediamo che sia necessario adottare, sulla scorta delle altre realtà alpine, una adeguata normativa regionale che valorizzi il commercio di vicinato e restringa invece le maglie che hanno consentito uno sviluppo eccessivo della grande distribuzione organizzata.

Per supportare tale intervento occorrerà riqualificare il settore definendo misure funzionali all’accesso al credito agevolato degli operatori ed in particolare in favore di coloro che aderiscono a requisiti minimi di professionalità e livello delle strutture commerciali. Al contempo, a livello di amministrazione pubblica, riteniamo fondamentale ridare dignità propria alle politiche di supporto del settore attraverso la ricollocazione delle competenze del commercio in una struttura regionale dedicata, che possa operare a pieno titolo di concerto con le altre realtà a supporto delle varie attività produttive.

Occorrerà, inoltre, valorizzare e promuovere una filiera virtuosa che coinvolga produttori, artigiani, commercianti e altri operatori del settore turistico (quali ad esempio le strutture ricettive alberghiere, extra alberghiere ed esercizi di somministrazione di alimenti e bevande), incrementando le attività di formazione, aggiornamento e riqualificazione degli operatori del commercio, artigianato e turismo.

Politiche Attive del Lavoro

Per quanto attiene al lavoro ed alla formazione gli obiettivi strategici posti al centro della nostra azione politica e amministrativa sono riconducibili a quattro importanti linee
direttrici:

  • la riorganizzazione anche logistica e il rilancio dei centri per l’impiego, nel quadro del nuovo Piano Politiche del Lavoro e della ipotesi di concentrazione delle deleghe in materia di politica del lavoro in un’unica struttura, in relazione all’avvio a regime della misura del reddito di cittadinanza e delle risorse assegnate;
  • la revisione del quadro normativo che disciplina le politiche del lavoro e la formazione professionale;
  • l’avvio delle misure di politica attiva del lavoro inserite nel nuovo Piano politiche del lavoro, dotandole di adeguate risorse economiche e di una maggiore complementarietà con le azioni previste dal Fondo Sociale Europeo;
  • la valutazione circa la fattibilità della realizzazione del Portale lavoro quale strumento di incontro fra domanda ed offerta fra centri per l’impiego, imprese e lavoratori.

Relativamente al primo obiettivo si intende rivedere l’assetto organizzativo che finora ha caratterizzato i centri per l’impiego, valutando anche la concentrazione delle deleghe in materia di politica del lavoro in un’unica struttura e facendo evolvere la loro mission da “uffici di collocamento” a punti di consulenza e supporto a favore di soggetti in cerca di occupazione e delle imprese che ricercano forza lavoro, ma anche ad attuatori delle nuove politiche di inclusione e dell’innovazione sociale nel Piano Politiche del Lavoro.

La sfida che ci attende, voluta anche dall’introduzione della misura del reddito di cittadinanza e dalla sua concreta evoluzione presuppone, infatti, un totale cambio di paradigma, che dovrà vedere anche una profonda trasformazione degli operatori. Ciò potrà essere possibile se accompagnato da un adeguato percorso formativo particolarmente focalizzato sul rapporto con le imprese, con il Terzo Settore e con il territorio, oltre che sull’analisi dei bisogni.

Per quanto attiene al secondo obiettivo, risulta quanto mai urgente procedere ad una revisione della normativa regionale vigente, ferma al 2003, sia per ridefinire gli ambiti di intervento che rientrano nelle competenze della formazione da quelli che invece appartengono al dominio dell’istruzione, ma anche per adeguare meccanismi e percorsi al mutato contesto economico e sociale e alle sue esigenze in termini di figure professionali. In questo contesto si collocano anche le iniziative e le attività rivolte ai giovani, target privilegiato di intervento, ed in particolare a quei giovani che non lavorano, non studiano e non sono inseriti in misure di tirocinio (i cosiddetti N.E.E.T.), verso i quali andranno definite azioni integrate volte ad un loro coinvolgimento virtuoso. 

Riguardo, invece, alla normativa più generale sul Lavoro, si impone una revisione per attualizzare gli strumenti in essere e ridare spessore ad una strategia di intervento
complessivo che necessita di un quadro di riferimento più moderno ed efficiente per coordinare le diverse fonti che oggi compongono le politiche attive per il lavoro.

Con l’approvazione del nuovo Piano politiche del lavoro sarà operativo il quadro normativo e procedurale che consentirà l’avvio, sia sperimentale sia a regime, di una
serie di politiche attive del lavoro, a valere su fondi strutturali, ma anche statali e regionali e rivolte, particolarmente a giovani, a disoccupati di lunga durata ed a soggetti
in condizione di svantaggio sociale.

Il quarto obiettivo mira a coinvolgere attori pubblici e privati in una collaborazione attiva che permetta di mettere in rete un sistema di ricezione dei profili lavorativi ricercati sia dalle aziende, mettendoli in correlazione con le caratteristiche dei lavoratori disponibili. L’idea è quella di creare un software dedicato che permetta, con una profilatura semplice ed immediata, di connettere, in maniera rapida ed efficace, chi cerca un lavoratore con determinate caratteristiche ad un lavoratore che corrisponde a quelle specifiche
caratteristiche, trasformando “l’ufficio di collocamento” da soggetto passivo a soggetto attivo tanto con le imprese che con i lavoratori.

Arte e Artigianato di Tradizione

Nell’ambito delle attività produttive particolare attenzione la Regione riserverà all’artigianato di tradizione affinché vengano valorizzati gli antichi mestieri, salvaguardate e tramandate la memoria storica e le lavorazioni tipiche custodite nelle mani di sapienti artigiani locali.

Per raggiungere tali obiettivi saranno messe in atto azioni di rafforzamento della formazione continua dei maestri artigiani di cui alla legge regionale 2/2003 e misure per la tutela, la valorizzazione e la trasmissione del “sapere artigiano” attraverso opportune sinergie e collaborazioni tra le botteghe dei maestri artigiani e le scuole professionali. Sarà inoltre dato impulso a nuove forme di collaborazione fra vari settori produttivi come processi di collaborazione tra le strutture alberghiere e le attività artigianali. Saranno incentivate e promosse la ricerca e lo sviluppo di nuove forme artistiche anche attraverso nuovi metodi di lavorazione e materiali innovativi. 

Importante attenzione sarà posta alla formazione di apprendisti attraverso agevolazioni per l’assunzione e riduzione degli oneri burocratici e costi per le aziende nella fase di formazione degli apprendisti. Sarà, inoltre, curata la creazione di specifici corsi per diverse categorie artigianali tenendo in particolar modo conto della durata diversa dei percorsi formativi in base ai mestieri proposti e della retribuzione progressiva per l’allievo.

Nell’ottica di un continuo rilancio e promozione dei vari prodotti dell’artigianato di tradizione sarà necessario una rivalutazione ed una riorganizzazione qualitativa e commerciale differenziando gli attuali punti vendita IVAT in diverse macro-categorie attraverso la creazione:

  • di una galleria d’arte;
  • di un negozio votato all’esposizione, vendita e commercializzazione dei mobili e dei complementi d’arredo;
  • di un negozio per la vendita e la commercializzazione di oggettistica tipica.

Accanto e all’interno delle tradizionali manifestazioni di artigianato (Foire de Saint-Ours; Atelier e Mostra Concorso) saranno riservati spazi e opportunità collaterali attraverso i quali diverse espressioni artistiche (ovviamente vagliate da un’apposita attenta commissione) potranno trovare la giusta collocazione espositiva e contribuire all’evoluzione della tradizione, quale elemento dinamico di una comunità.

Sistema Regionale dei Fondi di Rotazione

Negli anni il sistema dei fondi di rotazione ha rivestito un ruolo importante nell’incentivazione diretta ed indiretta dello sviluppo di alcuni settori dell’economia valdostana, primo fra tutti quello dell’edilizia, favorendo la realizzazione di importanti investimenti come nel caso dell’incentivazione degli interventi volti al risparmio energetico. Sino ad oggi la politica regionale di sostentamento e sviluppo di questo importante strumento è avvenuto per il tramite di periodiche iniezioni di risorse volte a soddisfare il fabbisogno dei singoli fondi, anche in forza degli utili generati e distribuiti dalle principali società partecipate. Tuttavia, in molti casi il relativo fabbisogno ha raggiunto livelli molto considerevoli anche e soprattutto a causa di passate politiche di incentivazione non compiutamente allineate al naturale rapporto tra disponibilità e utilizzo dei fondi medesimi, come nel caso dei mutui prima casa.

A tal riguardo è necessario definire una riforma strutturale del sistema dei fondi di rotazione al fine di concentrare, anche a fronte delle attuali e prospettiche dimensioni del bilancio regionale, gli interventi su quei settori che necessitano maggiormente di questa misura di sostegno, non dimenticandosi che le risorse utilizzate sono di provenienza pubblica. Per questo motivo occorrerà dare priorità di destinazione dei fondi, gestiti per mezzo della finanziaria regionale, verso quei settori attualmente più deboli tra cui: l’acquisto, ristrutturazione, efficientamento e/o riqualificazione energetica della prima casa nonché dei centri storici; misure di credito (anche innovative) e di accesso al credito (nella forma di garanzie) destinate alle micro e piccole imprese valdostane.

Al contempo occorrerà valutare per tutte quelle iniziative di natura integrativa (e.g. supporto all’innovazione tecnologica) e/o residuale (e.g. acquisto e ristrutturazione della seconda casa) la percorribilità di soluzioni alternative sul modello del conto/interessi previa definizione di accordi con operatori finanziari che possano operare in sinergia con l’ente pubblico per l’erogazione di questa misura.

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