Politiche sociali

Politiche sociali

La prima politica sociale da mettere in campo è per riallacciare la città fisica attuale che è sganciata dalla cittadinanza. La partenza è quella di cercare di modellare la rinascita cittadina partendo dagli abitanti e non adattare la città preesistente agli abitanti. Ogni quartiere di Aosta è a sé, un mondo a sé, tante entità separate prive di collegamenti né umani (aggregazione) né strutturali.

Occorre ampliare il centro storico inteso come zona pedonale o come zona intramurale facendo in modo che gli spazi emotivi di aggregazione si allarghino e così gli scambi commerciali. La socialità nelle piazze: le piazze cittadine asettiche e tutte monocolore (lastricato grigio e fontane tombali) devono tornare a vivere con mercati alimentari (Viale della Pace è ormai impossibile e non pedonale) e non solo costringendo la popolazione alla frequentazione di aree comuni creando relazioni culturali. La socialità rivive nei percorsi del centro cittadino collegati alle zone periferiche attraverso suggestivi itinerari tematici, ad esempio archeologici, romani e medioevali, esaltando la nostra tradizione secolare di città alpina intrisa di storia avvalendosi di una segnaletica da ripensare anche alla luce delle nuove app, per turisti italiani /stranieri/ adulti e bambini.

I mercati sono il cuore della vita sociale: a tale proposito va sottolineato il recupero del mercato coperto cittadino come luogo di vita (scambi commerciali, prodotti locali, ristoranti e punto informazione turistica). Bisogna ascoltare le esigenze degli esercenti, e andare loro incontro in modo che possano essere messi nelle condizioni di fornire il miglior servizio agli utenti.

I principali settori d’intervento dell’Amministrazione comunale di Aosta nell’ambito delle Politiche sociali sono:

  • Anziani e inabili;
  • Servizi anziani autosufficienti;
  • Minori e famiglia;
  • Piano di Zona

Il nostro primo impegno sarà quello di andare a migliorare gli attuali servizi offerti ed integrarli con nuovi progetti. Sarà necessaria una revisione del bando anziani, fatto e calibrato a misura di persona, sarà necessario uno sportello sociale effettivamente funzionante.

In primo luogo, merita un serio progetto di miglioramento il settore degli anziani e inabili che comprende due tipologie di servizi:

I servizi alla persona: assistenza domiciliare e servizio di prossimità

Il sistema degli interventi domiciliari deve avere, come primo obiettivo, quello di promuovere, mediante l’integrazione delle competenze sociali e sanitarie, l’attuazione di programmi di cura e assistenza dedicati a soggetti di qualsiasi età e alle loro famiglie.

Per tale ragione è necessario adottare un metodo alternativo nella stesura dei capitolati tecnici delle gare di appalto per l’affidamento di questi servizi puntando di più sulla qualità che sul prezzo al ribasso come, purtroppo, è stato fatto negli ultimi anni.

Inoltre, è fondamentale ascoltare le volontà delle famiglie interessate e prediligere, di conseguenza, la continuità del personale che deve essere necessariamente competente e qualificato. A queste condizioni ci deve essere, parallelamente, una riduzione dei tempi di attesa tra la presa in carico della richiesta da parte dell’utente e l’evasione della stessa. (entro le 24 ore successive).

I servizi residenziali e semi-residenziali Gestione delle micro comunità, dei centri diurni e delle comunità alloggio

Per quanto riguarda i servizi residenziali è necessario attuare un piano di riqualificazione delle strutture comunali attualmente abbandonate e riadattarle alle esigenze dei disabili anche attraverso una partnership tra enti pubblici e privati.

In una seconda fase tali strutture potranno essere sede di importanti progetti (“Dopo di noi” – “Durante noi”) volti a favorire il recupero e/o il mantenimento delle capacità di autonomia e di relazione, evitando il ricorso al ricovero in ospedale o in struttura anche ai fini del contenimento della spesa pubblica e della sua razionalizzazione.

Progetto "Velò"

Attuazione di un servizio di spesa domiciliare, nelle fasi più critiche, per le fasce più deboli della popolazione con l’utilizzo di mezzi a due ruote.

Nel settore dei minori e famiglia rientra la gestione degli asili nido comunali. Si tratta di un servizio fondamentale che permette alla donna di non sacrificare la propria attività di lavoro e che, più in generale può essere di stimolo alla procreazione al fine di contribuire a contenere la crisi demografica degli italiani (valdostani compresi) che mette a rischio la nostra civiltà e la nostra sopravvivenza come popolo. Per questo il servizio asili nido andrà potenziato e i relativi costi dovranno essere ridotti al minimo se non addirittura azzerati per le famiglie meno abbienti che abbiano, però, determinati requisiti (residenza da almeno 5 anni, redditi pro capite bassi, assenza di proprietà immobiliari in Italia o all’estero ecc.).

Il nostro impegno sarà quello di sostenere, attraverso aiuti economici, non solo le strutture pubbliche ma anche quelle private, anche a seguito delle nuove normative post Covid-19 introdotte a livello nazionale che obbligano il mantenimento delle distanze di sicurezza.

Le famiglie devono ancora avere una libertà di scelta. Il Comune deve essere al servizio dei cittadini e non i cittadini al servizio del Comune.

Nell’ambito delle politiche di sostegno alla famiglia affiancheremo, ai servizi già esistenti, quello dell’assistenza domiciliare dell’infanzia, già attivo in alcune città, si tratta di un servizio che offre il comune a tariffa agevolata, educativo e formativo rivolto ai bambini di età compresa tra i 3 mesi e i 3 anni. (progetto “Asilo a domicilio” – “Micronido”).

Al fine di consentire una maggior flessibilità, si potrebbe valutare l’ipotesi di affiancare alle tate private, delle tate comunali che possano accogliere fino a 8-10 bimbi in ambienti riservati, protetti e correttamente sanificati. Le famiglie dovrebbero poter scegliere anche in tal caso.

Per quanto riguarda il Piano di Zona, merita un approfondimento la gestione dello “Sportello sociale”.

Allo stato attuale esso svolge un’attività generica di accoglienza, ascolto e prima consulenza ai cittadini sui servizi socio – assistenziali e socio – sanitari.

Anche a fronte del sempre più crescente numero di cittadini che richiedono l’accesso a questi servizi è indispensabile attuare, nel breve periodo, un piano di accelerazione dei tempi tra la prima fase di richiesta e l’evasione della stessa attraverso una riorganizzazione delle modalità di gestione e del personale in servizio presso tale struttura.

Parallelamente a ciò, è necessario avviare un ampliamento dei servizi attualmente offerti allargandoli anche all’ambito delle politiche del lavoro e delle problematiche legate alla disabilità.

Per quanto riguarda l’ambito delle politiche del lavoro proponiamo l’attivazione del servizio “Centro soccorso lavoro” avente come primo obiettivo il miglioramento dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro in modo tale da incentivare la ricerca di una nuova occupazione soprattutto tra le fasce più fragili della comunità, ovvero individui che non sono impegnati nel ricevere un’istruzione o una formazione, non hanno un impiego e neanche lo cercano. Per raggiungere questo importante traguardo è necessario innanzitutto potenziare la collaborazione tra enti pubblici e privati attraverso un coinvolgimento diretto e continuativo del centro per l’impiego di Aosta, delle agenzie per il lavoro presenti sul territorio e delle varie associazioni di categoria.

Il nuovo servizio dedicato si occuperà, mensilmente, di inviare una mailing list a tutti coloro che lo richiederanno con le offerte di lavoro attualmente aperte sul territorio comunale e/o regionale. Inoltre, l’amministrazione comunale e l’assessorato competente si impegnano ad organizzare, a cadenza trimestrale, una serie di eventi dedicati durante i quali tutti i soggetti impegnati nella ricerca e selezione di personale possano incontrare i candidati/ potenziali lavoratori.

Per un nuovo sviluppo di progetto sociale riguardante le nuove povertà, accresciute soprattutto a seguito dell’emergenza sanitaria del Covid – 19, riteniamo importante creare una rete solida sul territorio comunale tra Banco Alimentare e la Protezione civile in modo tale da migliorare ed accelerare l’evasione delle singole richieste.

Per favorire un'integrazione tra cultura e politiche sociali:

Una cultura a portata di tutti: creazione di percorsi guidati per disabili all’interno del centro storico della città anche attraverso l’impiego di segnaletica verticale ed orizzontale per tutte le disabilità. Per sensibilizzare i cittadini più piccoli sarebbe opportuna anche una “mini-segnaletica gioco” a misura di bambino con creazione di un personaggio mascotte che li accompagna nei punti-chiave della città (che per loro sono anche le aree ludiche).

Organizzazione corsi base di informatica dedicati agli over 65 anche in collaborazione con l’Università della Terza età.

Altri punti che sono importanti per dare efficacia alle politiche sociali per la città:

  • Ampliamento reti Wi–Fi sul territorio comunale.
  • Creazione di uno sportello dedicato agli over 65 denominato “InformAnziani” che funga da supporto negli adempimenti amministrativi, informatici e burocratici.
  • Creazione di una specifica App per i disabili per individuazione degli spazi loro dedicati (parcheggi, ecc.) nell’ambito dell’App del Comune.
  • Ampliamento e adeguamento strumenti per persone diversamente abili negli uffici, nel trasporto pubblico, negli spazi comuni.
  • Istituzione di una consulta per gli anziani che possa collaborare con la già esistente consulta dei giovani per organizzazione attività e incontri.
  • Riorganizzazione degli attuali orti cittadini e crearne ex novo. Incentivo all’utilizzo dei prodotti a km 0 nelle mense scolastiche. Si dovrebbe poter aprire gli orti all’intera città con la creazione di giornate a porte aperte, percorsi di passeggio e visita all’interno, magari unitamente ad attività dedicate ai bimbi e a piccoli “mercatini”.
  • Individuazione di spazi, servizi e reti con i vari centri anti violenza rivolti alle donne che necessitano di questo tipo di sostegno. (Progetto “Fleurir à nouveau”) – spazi residenziali per donne maltrattate.

Infine altre politiche sociali che si intendono mettere in campo sono:

  • la tutela della famiglia residente e agevolazioni nuove coppie aostane e nuove famiglie;
  • introduzione della baby card con sconti e riduzioni per alimentari, abbigliamento e servizi con ISEE bassi;
  • controlli sull’ISEE e ripensamento dei suoi parametri;
  • flessibilità di orari per madri lavoratrici negli uffici pubblici;
  • corsi nelle scuole sulla responsabilità sociale e educazione civica;
  • aumento parchi cittadini per giochi età infantile e adolescenziale, da tenere separati per la sicurezza di entrambi. Aree da segnalare adeguatamente lungo le vie cittadine o comunque in prossimità di zone frequentate da turisti;
  • spazi parcheggi più ampi per disabili e per mamme in dolce attesa e/o con bimbi piccoli: parcheggi evidenziati in rosa più ampi per facilitare le operazioni di salita/discesa nonché di installazione e scarico del o dei piccoli su seggiolini;
  • tariffe agevolate parcheggi, trasporti per i disabili;
  • creazione app per chi si sposta in carrozzina;
  • – braille pad e taxi per sordi;
  • creazione di spazi sportivo-ricreativi ad hoc per disabili delle varie disabilità;
  • creazioni di circoli ricreativi e centri diurni anziani con coinvolgimento associazioni giovanili e Servizio Civile per attività di animazione e gruppi parrocchiali.

Cittadini stranieri

Info di supporto per “cittadinanza”, “permesso di soggiorno”, “idoneità per alloggi”, “corsi di italiano per adulti” e link di associazioni di volontariato attive nel campo dell’integrazione culturale e sociale.

Edilizia residenziale pubblica

Va fatta una revisione dei criteri che soddisfano l’emergenza abitativa, attualmente troppe famiglie che vivono l’emergenza non possono accedere per via di assegnazioni ove non vengono sufficientemente considerati i criteri di appartenenza alla comunità.

La qualità dei quartieri, delle case, degli spazi pubblici di edilizia residenziale pubblica deve essere di eccellenza. Faremo, in accordo con l’agenzia di gestione regionale ARER, dei concorsi di progettazione per riqualificare il quartiere Cogne, affideremo al miglior progetto la realizzazione di un moderno masterplan che trasformi il quartiere “ghetto” in un modernissimo eco quartiere. Sviluppare nuovi progetti di edilizia residenziale pubblica e condivisa (co-housing) che permette un aumento della disponibilità di alloggi popolari e nuovi servizi residenziali condivisi per anziani, giovani e studenti universitari, il tutto rivedendo i criteri di accesso che non penalizzino la parte attiva della società.

Il contratto di assegnazione, anche se non di diretta competenza comunale, verrà concordato, in modo che i requisiti permettano l’assegnazione ai bisognosi e non ai più scaltri e furbi. Vigileremo sull’esistenza di eventuali cause di decadenza dall’assegnazione, in caso di uso per attività penalmente rilevanti o morosità non si esiterà a sostituire gli assegnatari con chi ne ha diritto.

Pari opportunità

L’emancipazione della donna non passa attraverso la creazione di riserve di genere ma attraverso il controllo della reale possibilità di accesso da parte di tutti, donne e categorie svantaggiate. Non ci devono essere posti riservati, ma tutti devono avere le medesime possibilità. Siamo convinti che le donne e gli uomini non siano diversi ed è proprio per questa uguaglianza che vogliamo dare pari opportunità e non accentuarla con artifizi che mortificano le donne e gli uomini capaci. Quindi l’obiettivo sono le pari condizioni di opportunità, non dei posti riservati indipendentemente dalle capacità.

Il percorso di civiltà è lungo e sappiamo che non siamo che all’inizio, ovviamente non è solo l’amministrazione comunale che può fare questo progresso di civilizzazione, ma la stessa vigilerà, rispetterà e applicherà tutti gli strumenti per dare a tutti le pari opportunità.

Politiche per i giovani e gli anziani

Politiche attive e non di ripiego. Non vogliamo che emerga il disagio sociale e poi scoprire che bisogna correre ai ripari.

Le politiche giovanili devono essere attive, devono prevedere soluzioni condivise per una piena valorizzazione dei giovani e non soluzioni raffazzonate e mortificanti come la recente costruzione dello skate park dietro la cittadella, che ghettizza un problema che invece va affrontato apertamente. La Cittadella è stata fatta e va fatta funzionare in modo che sia veramente un punto in cui i giovani possano riconoscersi, tutti i giovani, non solo alcune élites. Sono le politiche che si devono adeguare ai giovani e non viceversa.

Aosta, lo dicono le statistiche, è una città che invecchia sempre più, e gli anziani devono essere coinvolti come parte sempre più attiva della nostra collettività. È necessario in quest’ottica non solo ampliare l’offerta di servizi e assistenza e mantenerne alti i livelli di qualità, ma individuare in città nuove e più ampie strutture per ospitarne le attività. In quest’ottica si costruirà una vera e propria Cittadella per gli anziani, dove fare convivere servizi alla persona, momenti ricreativi, spazi di socialità e luoghi di incontro.

Accessibilità per tutti

L’attenzione sarà per tutte le disabilità, dovranno essere accessibili tutti gli spazi pubblici. La percorribilità oggi di Aosta per un ipovedente o un tetraplegico è praticamente impossibile. Non solo si trasformeranno tutti i percorsi con un grande progetto di Aosta Accessibile per tutti, ma si farà attenzione a tutte le disabilità. Il progetto sarà innovativo perché non si baserà su aspetti geometrici o normativi, ma prestazionali affinché sia già accessibile ai piccoli come ai grandi. Da zero a tre anni comincia la necessità che la città sia accessibile, un’accessibilità vera, per l’anziano che cammina con il bastone, per le famiglie, per la mamma col passeggino, per le carrozzine, per le varie malattie inabilitanti, anche quelle psichiche.

È importante condurre una prima mappatura delle barriere architettoniche della città attraverso il P.E.B.A. (Piano Eliminazione Barriere Architettoniche) partendo dalle segnalazioni di criticità pervenute dalle associazioni cittadine. Per agevolare la comunicazione tra l’amministrazione comunale e tali soggetti è necessario attivare e pubblicizzare un indirizzo mail dedicato (tipo: segnalazionebarriere@comune.aosta.it).

Particolare attenzione sarà anche posta per coloro che godono della preziosa compagnia di un cane o un animale domestico, che nel rispetto delle regole, non devono veder limitati i loro spostamenti e fruizione di tutta la città, non vi saranno aree riservate, ghetti, ma sarà possibile una pacifica e civile coesistenza con i nostri amati animali. Sarà inoltre da prevedere la possibilità di dotarsi di un ambulatorio veterinario di base con prestazioni gratuite per andare in contro alle necessità delle persone che non possono permettersi di usufruire dei veterinari privati.

Bilancio sociale, benessere e felicità civica

Il “bilancio sociale” sarà lo strumento che ogni anno usiamo per misurare il raggiungimento degli obiettivi del programma. Non sarà un elenco o una spunta di progetti avviati o di azioni intraprese. Il raggiungimento degli obiettivi si traduce in un aumento della felicità civica: se il bilancio sociale sarà positivo si continua sulla strada, se no si apportano le necessarie correzioni. La felicità civica si raggiunge con un’attenzione particolare verso i cittadini, permettendo loro di partecipare liberamente alla vita politica e sociale, la possibilità di un corretto vivere civico, la possibilità di accedere per tutti alla cultura e all’arte, la riduzione delle distanze tra ricchi e poveri, dare la possibilità di contribuire attivamente al mutamento ed evoluzione della città.

Rileveremo con indici qualitativi che tracceranno il grado di benessere raggiunto da noi cittadini. Non solo indicatori economici e metrici, ma anche questionari che indaghino la qualità della partecipazione, l’adeguatezza delle visioni, la qualità della vita, la capacità di ascoltare, vedere e condividere i problemi impegnandosi a risolverli. Nella città si sviluppa una psicologia sociale che permette al cittadino di identificarsi e sentirsi come nel ventre materno, cioè accolti, protetti e “coccolati”: ebbene, queste relazioni psicologiche profonde verranno indagate, ovviamente su base statistica e partecipativa, e saranno l’indice di aver soddisfatto i bisogni reali delle persone.

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